![](images/Tchouang Tseu.gif)
Tchouang Tseu
|
Il principio di equivalenza
energia/tempo
di Claudio
Messori
|
Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto
si trasforma, nell'alternanza di stati rarefatti e stati condensati o, per
essere più precisi, di processi rarefattivi e processi condensativi.
Come dice Tchouang Tseu, tredicesimo
patriarca della tradizione taoista: L'uomo non è altro che un momento
nella trasformazione dei fenomeni [....] Si è viventi per effetto di una
mutazione, si muore per un altro mutamento [...] Ogni nascita è un
condensarsi, e ogni morte un disperdersi della materia. La nascita non è
un guadagno, la morte non è una perdita [...] Condensato, il Ki
assume una forma (in sanscrito rupa); rarefatto, esso è il
substrato dei mutamenti (in sanscrito nama).
Nel linguaggio della fisica contemporanea,
l'alternanza di processi rarefattivi e condensativi, si traduce in una
serie ininterrotta e multidimensionale di transizioni di fase,o
transizioni di stato, dove la fase è il parametro che qualifica
la dinamica di un fenomeno ovvero il suo andamento nel tempo, e lo
stato è lo stato fisico correlato.
Il passaggio dallo stato liquido a quello
gassoso o solido dell'acqua, così come il passaggio di un elettrone da
un'orbita di risonanza ad un'altra in un atomo, corrispondono ad
altrettante transizioni di fase, dove ad ogni fase o stato corrisponde un
diverso livello energetico, una diversa configurazione vibrazionale e una
diversa dinamica interferenziale.
I cicli circadiani e circannuali
(l'alternanza del giorno e della notte, l'alternanza stagionale), così
come le trasformazioni che accompagnano i processi fisiologici,
piuttosto che la trasformazione di un processo fisiologico in processo
patologico e viceversa, sono scanditi da transizioni di fase.
Quando la traiettoria descritta dal
divenire di una entità fisica (e psichica) sta per essere deviata da una
transizione di fase, per un istante il sistema stesso viene a trovarsi in
uno stato al limite di fase, uno stato che la tradizione orientale
chiama bardo, un punto di biforcazione oltrepassato il quale il
sistema cambia, parzialmente o totalmente, in modo reversibile o
irreversibile, la propria identità formale e/o vibrazionale.
L'acqua, per esempio, rimane sempre acqua,
tanto allo stato liquido, quanto a quello solido e gassoso. Il punto di
biforcazione che segna le sue ordinarie transizioni di fase dà luogo ad
una trasformazione parziale e reversibile. Se però, con un semplice
procedimento chimico di elettrolisi, separiamo i due atomi di idrogeno
dall'atomo di ossigeno, che insieme compongono una molecola d'acqua, ecco
che l'acqua cessa di esistere come tale. Questo ci suggerisce che non è
sufficiente avere a disposizione due atomi di idrogeno e uno di ossigeno
per ottenere l'elemento acqua. Bisogna che tra di essi si instauri un
certo tipo di legame,e perché ciò avvenga gli atomi coinvolti devono poter
interagire a determinate condizioni. Questo vale tanto per la formazione
di una molecola d'acqua quanto per la formazione degli atomi che la
compongono.
Un atomo, in effetti, è uno spazio
pressoché vuoto, occupato in minima parte da elementi dotati di massa
(i protoni e i neutroni del nucleo atomico e gli elettroni diffusi intorno
ad esso) e in massima parte scosso da un sistema di interazioni mediate da
quanti di energia, in particolare da fotoni, che mediano le
interazioni elettromagnetiche agitandosi alla velocità della luce.
Fino a poco più di un secolo fa, i fisici
ritenevano che l'atomo fosse il mattone fondamentale, irriducibile, di cui
è composta la materia. Poi hanno scoperto un universo subatomico regolato
da leggi proprie, molto diverse da quelle che regolano la dimensione
ordinaria della materia. Hanno individuato varie famiglie di oggetti
fisici elementari (particelle e anti-particelle) che, a differenza degli
oggetti fisici congelati in un reticolo spaziale relativamente
stabile come nel caso di un atomo di una molecola o di un sistema di
molecole, si comportano come se apparissero e scomparissero
incessantemente da una matrice fisica nota come continuum
spaziotemporale, intrinsecamente costituita da una irriducibile
compenetrazione delle tre coordinate spaziali con la coordinata temporale,
tale per cui ogni modificazione dell’una modifica anche l’altra
(teoricamente questo è vero anche in assenza di massa, come nel
caso del fotone, ma di fatto la fisica considera questa relazione non
irrilevante solo in presenza di masse enormi, come quelle in gioco nel
campo dell’astrofisica).
Tuttavia, il significato attribuito al
continuum spaziotemporale, elemento centrale del corpo teorico della
relatività generale di Einstein, oltre ad essere insoddisfacente (non è in
grado di comprendere la sua rilevanza in presenza di masse infinitesimali
o in assenza di esse) di fatto non risolve ma anzi rende più stridente un
dilemma mai veramente sopito: cos’è il tempo?
L’indice del flusso nella trasformazione
degli eventi che assegna loro un passato un presente (mai presente) e un
futuro? Il chronon, il tempo-durata dei genetisti che fissa il
limite temporale entro il quale una funzione può essere esplicata (come il
limite temporale entro il quale una data semenza deve essere interrata
perché possa germinare)? Il tempo come sequenza di scansioni fatte di un
prima e di un dopo? Il tempo percepito in funzione delle modalità della
percezione? Il tempo assoluto in antitesi al tempo relativo? Il tempo che
si dilata e si contrae in funzione delle dilatazioni e contrazioni
spaziotemporali? Il tempo anterogrado di una particella elementare
contrapposto al tempo retrogrado della sua antiparticella?
Negli ultimi
anni si è fatta strada, in particolare ad opera dello statunitense
Thomas E. Bearden (vedi: The Tom Bearden Website), un geniale e
solido modello teorico e sperimentale (che ha già trovato
applicazioni nella estrazione di energia dal vuoto quantistico, e
prima ancora in ambito militare) entro il quale la definizione di
tempo, ma anche di spaziotempo, di vuoto quantistico,
di energia, di forza, di carica, di spin
e di molto altro ancora, assume finalmente una connotazione non
tautologica ma rigorosa, illuminante e soprattutto efficace: il
tempo equivale ad energia (elettromagnetica) compattata nel
dominio energetico del tempo in funzione del quadrato della
velocità della luce (come lo è la massa ma nel dominio
energetico dello spazio, in accordo con la nota equazione
einsteniana, dove l’energia è data dal prodotto della massa per la
velocità della luce al quadrato). |
![](images/thomas e. bearden2.jpg)
Thomas E. Bearden |
A differenza della massa e dei fenomeni ad
essa correlati che sono osservabili, il tempo come dimensione
energetica non è osservabile a priori, nondimeno possiede una
struttura e una dinamica energetica distinte da quelle esibite dal dominio
dello spazio-massa.
Tutti i fenomeni fisici (e quindi anche
quelli psichici) sono sistemi energetici termodinamicamente aperti
orientati verso un punto di crisi (bardo) la cui struttura e la cui
dinamica sono funzione del loro grado di appartenenza all’ambito dell’uno
o dell’altro dominio energetico.
Ogni fenomeno fisico è variamente
interessato da processi energetici legati alle transizioni di fase del
momento angolare (spin) fotonico (fotoni polarizzati nel
tempo/fotoni polarizzati nello spazio).
In particolare, l’induzione attiva delle
trasformazioni energetiche intercorrenti tra il dominio del tempo e il
dominio dello spazio, è legata (i) alla formazione di stati
eccitati nell’uno e/o nell’altro dominio, (ii) al potenziale
delle cariche coinvolte, (iii) nonché ai processi biunivoci di
trasferimento e di decadimento energetico.
Il fenomeno mentale, ad esempio, è
un fenomeno energetico appartenente alla categoria dei fenomeni energetici
polarizzati nel tempo (va comunque detto che nessun fenomeno energetico
appartiene esclusivamente all’uno o all’altro dominio, ma contempla sempre
una parte anche solo virtuale dell’altro dominio).
La sua dinamica e la sua struttura gli
consentono di interagire con il dominio dello spazio corporeo
grazie alla costituzione di stati energetici eccitati e coerenti
polarizzati nel tempo e interfacciati con stati energetici eccitati e
coerenti polarizzati nello spazio. In entrambi i casi questi stati
energetici si comportano come attrattori strani (caos
deterministico) e come resistori negativi costituiti da una
distribuzione di cariche di segno opposto in accoppiamento di fase e
polarizzate in un caso nel tempo e nell’altro caso nello spazio.Gli
attrattori o resistori negativi polarizzati nel tempo assorbono
distribuzioni caotiche di energia elettromagnetica dal dominio dello
spazio (corporeo), le trasformano in distribuzioni energetiche coerenti e
le riemettono nel dominio dello spazio (corporeo). Gli attrattori o
resistori negativi polarizzati nello spazio (corporeo) svolgono la stessa
funzione ma in senso inverso.
Stando così le cose possiamo riscrivere il
nostro enunciato iniziale nel modo seguente: nulla si crea, nulla si
distrugge, tutto si trasforma, nell’alternanza di processi energetici
(elettromagnetici) polarizzati nel tempo e processi energetici
(elettromagnetici) polarizzati nello spazio.
La tradizione indo-asiatica riassume
questo dinamismo energetico universale nell’archetipo di tutte le
antinomie, o coppie di contrari o coppie di cariche opposte, noto
ai cinesi come YinYang. Il potenziale energetico implicato e
dormiente nello YinYang principiale si fa manifesto e agente in un
sussulto di autoriverberazione (il principio agente delle trasformazioni
di fase) che innesca il ciclo ininterrotto di morti e rinascite (Samsara)
orientate e animate dal Ki, il vettore sintropico delle
trasformazioni energetiche. Il Ki, o Prana, o Pneuma, o
Ruah, è veicolato dalla ri-sonanza (accoppiamento di fase) delle tre
sillabe sacre hindù: OM il Padre, AH la Madre, Hum il
Figlio, la triade energetica generatrice che prorompendo nel e dal grembo
vacuo dello YinYang primordiale, L’Uovo Cosmico dei cinesi, produce
il frastuono di un boato (rimbombo) il cui Suono si traduce in Spazio
e la cui Eco si traduce in Tempo, la trama e l’ordito di una
spirale ri-sonante di transizioni di fase energetiche.
Tutte le maggiori cosmogonie, e gran
parte di quelle minori, condividono il corpo centrale di questa visione
sull'origine dell'universo. Un fatto che non deve sorprendere, dal momento
che tutte queste cosmogonie sono state concepite in seno alle prime
generazioni di comunità stanziali delle pianure dedite all'agricoltura, e
da quelle nomadi, dedite alla pastorizia e alla transumanza
(intorno ai 40.000 anni fa, Paleolitico
Superiore). Così come non
sorprende che la Manifestazione discenda da una relazione
primordiale potente e inquietante come quella che innescò la
nascita psicologica di homo sapiens, e che l’Uovo Cosmico col
tempo abbia sviluppato quattro prolungamenti, uno per ogni punto
cardinale, trasformandosi ora nell'immagine teriomorfica di una tartaruga
sacra, ora nell'immagine metallurgica di una croce fiammeggiante: il posto
occupato da homo sapiens et faber nel teatro della manifestazione
non può non essere orientato, così come non può rimanere privo di
senso.
Il fatto che la fisica d’avanguardia oggi
reinterpreti in chiave quantistico-relativistica la matrice
spaziotemporale della manifestazione cambierà forse il nostro modo di
orientarci, ma non aggiungerà nulla o punto al senso della nostra
esistenza.
Claudio
Messori
febbraio 2008
Per approfondimenti:
-
Energy from the Vacuum, di T. Bearden, Signature Edition (visita il
sito:
www.cheniere.org/sales/buy-ev.htm)
-
www.members.aol.com/scabala25/index.htm
-
www.glafreniere.com/sa_phaseshift.htm